All’Olimpico la compagnia Ya Yin Ensemble
Quelle favole cinesi capolavori di mimica
【LO SPETTACOLO/Giorgio Prosperi】
1988-06-22

ROMA – La Compagnia "Ya Yin Ensemble", che si dedica alla rappresentazione dell’Opera cinese nell’isola di Formosa, sede della Cina nazionalista, non e da confondere con l’Opera di Pechino della Repubblica Popolare Cinese, come accadde anni fa allo stato maggiore del nostro Partito Comunista, che, Togliatti in testa, si reco ad applaudire l’Opera di Formosa; accortosi dell’errore abbandono la sala alla chetichella, ennesima prova dei rischi che corrono i politici quando vogliono mettere le mani in cose che non gli appartengono.

Vero e che in una materia ardua per gli stessi cinesi, il granchio ha le sue attenuanti. Si legge infatti nella premessa allo spettacolo che la Compagnia "Ya Yin Ensemble", ha recitato all’Olimpico: "Peccato che le storie che ne sono la trama e il contenuto (della tradizione culturale cinese) come pure i modi di esprimersi, sono talvolta troppo antiquati, a tal punto da non riuscire a destare l’interesse nell’animo della giovane generazione".

Se queste difficolta esistono per i nativi, figuriamoci per noi, che, non conoscendo la lingua e praticando stili diversi, siamo nelle condizioni peggiori per apprezzare questo teatro, affidato ad una recitazione lontanissima dai nostri moduli anche piu audaci, in gran parte cantato con accompagnamento di strumenti particolari ad arco ed a percussione, secondo linee melodiche, che per la verita non si distaccano troppo dalle nostre e irresistibilmente rammentano i passi piu cinesi di "Turandot".

Delle tre storie rappresentate la migliore c’e apparsa senza dubbio la prima, "Storia di un bracciale di giada caduto a terra e raccolto", in cui una giovane Sun Yu-chiao, vive sola in una casetta di campagna mantenendosi con un allevamento di polli e piccoli lavori di cucito. Spesso si esprime cantando, a volte in prosa e i suoni che emette rammentano i suoni di una grande uccelliera esotica, con variazioni mirabolanti. Straordinaria per delicatezza e ritmo impeccabile e la mimica del mangime gettato ai polli, fino ad esaurirne la scorta contenuta nel grembiule, rassettato poi, con due lievi e precisi colpetti.

Un giovanotto, Fu Peng, attratto dalla bellezza della ragazza, (lei e lui vestiti come principi) finge di voler comprare dei polli per attaccare discorso con lei. Nell’andarsene, lascia cadere un braccialetto di giada. Straordinaria e la mimica della ragazza, quando ha avvistato il braccialetto: e agitata dall’emozione, si avvicina e si allontana, prova a far cadere un drappo sul braccialetto per nasconderlo e fingere poi di raccogliere soltanto il drappo. Ma una vecchia mediatrice di matrimoni, Liu, ha visto ognicosa, ha intuito anche l’amore tra i due giovani, e si adopera presso le rispettive famiglie per farli unire in matrimonio. La semplicita della favola e ricchissima di particolari, tutti espressi con una mimica che non ha bisogno di parole, per essere compresa, sicche per lo spettatore straniero i particolari finiscono per essere piu importanti del soggetto. Ma sono ugualmente deliziosi.

Seguono una favola eroica, "Il convegno di “Ku Ch’eng”". In cui e notevole il modo con cui e stilizzata la guerra, e una favola di spiriti, che scortano una donna ingiustamente uccisa, a far visita al padre. Si riapre il caso giudiziario e giustizia viene fatta.

Protagonista della prima e della terza storia e l’attrice Kuo Hsiao-Chuang dal volto quasi inespressivo per il forte trucco, ma dalle splendide mani affusolate, capaci della mimica piu espressiva, basta vedere come mima il cucito, e della gestualita cerimoniale piu nitida. La voce e dolce anche quando imposta le note metalliche della melodia cinese. Poco direbbero al nostro pubblico i complicati nomi degli altri tredici tra interpreti e musicisti dello spettacolo. Importa che esso sia stato apprezzato per la bravura anche atletica degli interpreti, per gli squilli dei colori, per la delicatezza pantomimica. Ripetuti e convinti applausi.